Champions League, un affare da 12 miliardi di euro

ROMA – Ricominciamo da tre – Lazio, Inter e Napoli – come il numero delle italiane ai quarti di Champions nel 2023. Parafrasando Troisi e Arena, stavolta sarebbe un trionfo sia se dovesse manifestarsi il «miracolo-miracolo» sia se si presentasse un miracolo decisamente più terreno. Non giriamoci troppo intorno: quello “rafforzato”, che nel famoso film faceva alzare occhi e braccia al cielo ai due attori, avrebbe le sembianze di un trionfo a Wembley la notte dell’1 giugno. L’altro, il miracolo che saprebbe solo d’impresa (e scusate se è poco), ha invece il potenziale di un exploit comunque celestiale: immaginate Bayern, Barcellona e Atletico Madrid a casa, e le nostre tutte ai quarti?

Ingaggi e rose: quanto vale la fase finale della Champions League

Calma coi sogni, non sarà per niente facile. Perché quella che riparte stasera con Copenhagen-Manchester City e Lipsia-Real Madrid è una delle fasi finali più ricche di sempre: secondo i dati incrociati di Transfermarkt e Capology, vale oltre 12 miliardi sommando i monte ingaggi e i valori delle rose delle 16 regine. In quattro sono sopra al miliardo di quotazione dei cartellini: le inglesi City e Arsenal, seguite da Real e Psg. I francesi, d’altra parte, sono i più spendaccioni per quanto riguarda gli stipendi (291 milioni di euro lordi a stagione), seguiti dai Blancos e dal Bayern, che elargisce alle sue star 34 milioni in più dei campioni in carica di Guardiola, giusto per ricordare a Immobile e compagni – dodicesimi su sedici nella classifica delle buste paga – quanto sia alta la montagna da scalare. In termini di valori assoluti delle rose, quella di Simone Inzaghi è soltanto la settima forza del torneo, Mazzarri dispone invece dell’ottava, mentre Sarri in questa specialità è 15° e precede solamente la sorpresa Copenhagen. Il posizionamento delle italiane peggiora approfondendo il tema stipendi: l’Inter coi suoi 120 milioni lordi ha il 9° monte ingaggi, il Napoli e gli 86 milioni di Adl risulta 11° su 16, davanti alla Lazio (73,6 milioni annui), dove Lotito mette mano al portafogli in modo più consistente di Real Sociedad, Porto, Psv e Copenhagen.

Champions League, la classifica dell’efficienza

Dal nostro studio emerge come le big abbiano un indicatore di efficienza piuttosto simile: nel rapporto tra costo dei cartellini e costo del lavoro, il Psg ha un valore di 3,53, l’Arsenal di 5,82 e tra questi estremi ci sono il City (5,45), l’Inter (4,90), il Barcellona (4,21), il Bayern (3,68) e il Real (3,67). Semplificando: più è alto il risultato di questo rapporto e più il club in questione appare in salute e in grado di far fruttare i soldi destinati ai suoi atleti. Agli ottavi di Champions abbiamo almeno tre regine della sostenibilità. La prima è il Psv che vale 283 milioni con un monte ingaggi lordo di 30 (parametro di 9,43); allo stesso modo il roster della Real Sociedad è valutato 487,6 milioni (il nono nella top16) ma la società spagnola ne versa ai suoi calciatori solamente 53, registrando un indicatore di 9,22. Anche il il Porto è messo piuttosto bene: se tutti i calciatori finissero sul mercato i dragoni raccoglierebbero 257,1 milioni – incluso Taremi, di fatto già un ex – ma con la voce “stipendi” nel bilancio piuttosto leggera per un club di questa portata e tradizione, cioè 30,7 milioni lordi.

I ricchi premi della fase finale di Champions League

L’ultima fase finale prima della SuperChampions a 36 squadre che dal 2024-25 avrà un montepremi complessivo da 2,5 miliardi (480 milioni in più di oggi), ha ancora ricchi premi Uefa da assegnare: il passaggio ai quarti vale 10,6 milioni, l’accesso in semifinale altri 12,5, la finale 15,5 e il successo ancora 4,5, da aggiungere ai soldi fin qui incassati tra partecipazione, bonus vittorie e superamento della fase a gironi. Un club approdato agli ottavi ha già incassato tra i 30 e i 40 milioni, oltre agli incassi al botteghino.

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